Quando finì il Medioevo nell’Europa occidentale? Alcuni storici tendono a ritenere che l’inizio di una nuova era culturale, sostitutiva del Medioevo, sia stato segnato dalla stesura della Divina Commedia di Dante Alighieri (1265-1321). Non a caso è conosciuto come l’ultimo poeta del Medioevo e il primo poeta del Rinascimento.

La sua vita è stata costellata di eventi drammatici. Partecipò alla lotta politica che travolse la sua città natale, Firenze, e di conseguenza fu costretto a lasciarla e morì in esilio.

Nella sua biografia c’era posto per un amore alto, ma tragico. Secondo il suo libro autobiografico, “New Life”, Dante si innamorò della bellissima Beatrice Portinari in tenera età (l’autrice aveva solo nove anni) dopo averla vista solo una volta.

Sebbene fossero praticamente estranei, il suo amore per Beatrice si è solo intensificato nel corso degli anni e non è svanito quando ha sposato un altro uomo o quando è morta all’età di 24 anni.

Questa ragazza, Beatrice, rimase la protagonista delle poesie e della prosa di Dante Alighieri fino alla fine della sua vita. Fu Beatrice a ispirare la sua opera più famosa, la Divina Commedia, che gli portò fama mondiale.

La Divina Commedia è un’opera scritta da un intellettuale medievale per gente come lui, intellettuali medievali, e possibilmente cittadini di un pubblico italiano colto. Scritto nello spirito dell’epoca, non è letterale, ma pieno di accenni, metafore e allegorie evidenti, sottili e nascosti. Questo lavoro è destinato a coloro che hanno una visione unica della vita e approcci distinti all’interpretazione del mondo che li circonda.

Il famoso poema di Dante Alighieri “La Divina Commedia” esiste da secoli. Fu scritta tra il 1308 e il 1321, e inizialmente era chiamata semplicemente “Commedia”. Nel 1555 Giovanni Boccaccio la ribattezzò in onore della sua ammirazione per l’opera, proclamandone il titolo di “Divina Commedia”. Gli scienziati elogiano la Divina Commedia di Dante Alighieri come il coronamento artistico del Medioevo europeo. È essenzialmente un’enciclopedia dei suoi tempi, contenente conoscenze su scienza, politica, filosofia e teologia. Questo capolavoro è apprezzato in tutto il mondo per il suo profondo impatto sulla cultura italiana e mondiale.

Questo saggio è stato ambientato nel tradizionale genere medievale delle visioni. Racconta episodi che non sono accaduti nella realtà, eppure sono stati percepiti o vissuti dallo scrittore come una sorta di benedizione inviata dall’alto.

L’opera di Dante era una continuazione della tradizione che descriveva in dettaglio l’esperienza delle persone nell’aldilà. In tal modo, ha esposto i lettori a una visione eccitante e ampliata di ciò che c’è oltre questa vita, piena di agonia e punizione per i peccatori all’inferno.

La struttura del libro è interamente subordinata al simbolismo numerico cristiano. L’opera è composta da tre sezioni uguali, simbolo del Dio cristiano uno e trino: la Santissima Trinità, Questo descrive successivamente l’Inferno – il luogo dell’eterno tormento per i peccatori morti, il Purgatorio – dove le anime dei pentiti vengono purificate dai peccati, e il Paradiso – il mondo in cui risiedono i giusti, i celesti e Dio stesso.

Ogni parte comprende 33 capitoli, che sono associati al numero di anni della vita terrena di Cristo. Così, il libro contiene 99 capitoli, preceduti da un’introduzione, interpretata simbolicamente dai filosofi-teologi medievali come perfetti e divini, facendone il numero 100.

La “Commedia” è stata scritta in italiano (la prima opera “seria” scritta in una lingua nazionale nella letteratura europea!), con una sillaba speciale – terzine di tre versi, dove i versi sono raggruppati in tre e fanno rima in un verso.

Dante, analogamente al suo contemporaneo Giotto, segue la tradizione medievale raccontando la storia dell’uomo in modo nuovo. Leggendo il suo libro, si può entrare in contatto con persone reali: i loro valori, desideri, difetti e aspirazioni. In effetti, Dante dipinge un’immagine vivida dell’umanità in tutta la sua complessità.

Non è un caso che la prima parte del libro, che descrive il tormento dei peccatori all’Inferno, sia stata il maggior successo dello scrittore, poiché è qui che vengono raffigurati i destini e le qualità umane comprensibili a tutti. E spesso i peccatori che Dante incontra nel suo viaggio immaginario attraverso la dimora della sofferenza di Alighieri suscitano non condanna, ma simpatia sia nell’autore che nei lettori del libro.

Ad esempio, Francesca e Paolo furono sfortunati amanti morti per una passione che fece loro dimenticare la morale sociale e le norme generalmente accettate.

Tutto ciò che accade nell’Inferno e nel Purgatorio, Dante lo comprende, in gran parte, grazie all’aiuto di un’incredibile guida inviatagli dall’alto, su richiesta di Beatrice. L’antico poeta romano Virgilio, creatore dell’intramontabile poema epico “Eneide”, fu guida e compagno di Dante Alighieri in tutte le sue esperienze e viaggi. Se ne è parlato nell’articolo “Un po’ di musica, teatro e arte della parola nell’antica Roma”.

Mentre la visione del Paradiso di Dante si avvicina al suo apice, il poeta pagano Virgilio cede la sua guida e il suo ruolo a quello nientemeno che dell’amata Beatrice dell’autore, l’angelica messaggera dal cielo. Approfondendo il loro mestiere, i poeti possono raggiungere le profondità più intime dell’universo – dalla Rosa del Paradiso alla dimora di Dio, L’Empireo.

Dopo aver vissuto un’esperienza che gli ha cambiato la vita, Dante ha perso conoscenza e si è ritrovato nella realtà. La conoscenza che ha acquisito durante questo viaggio immaginario serve come una preziosa lezione che gli insegna il vero significato della vita sulla Terra. Attingendo dalla propria esperienza, ha sentito tutta la profondità del peccato e il terrore della punizione nei gironi dell’Inferno, dopo aver superato le sporgenze del Purgatorio, quanto è stato difficile il percorso di redenzione dal vizio e di purificazione dell’anima, e alla fine del viaggio ha sperimentato una beatitudine inspiegabile, salendo alle altezze dello spirito e conoscendo la grandezza di Dio?

Nella sua creazione immortale, Dante ha saputo esprimere vividamente sia la speranza della salvezza,Sono essenziali sia la convinzione che l’uomo non sia solo un “vaso di peccato”, ma anche una “creazione di Dio” – oggetto della cura e dell’attenzione divina – sia la fede nella capacità di auto-miglioramento della personalità umana. Tutto ciò servì da impulso per la futura visione del mondo dell’umanesimo rinascimentale, adottato da poeti, scrittori e pensatori di quest’epoca dopo Dante.

La Divina Commedia di Dante, scritta nel XIV secolo, è un riflesso delle Confessioni di Agostino. L’eroe, in un atto di autoriflessione, scende attraverso gli strati della sua anima, che gli parla nella sua lingua madre italiana. Lì vede i suoi conoscenti o quegli eroi di cui ha letto. L’Inferno di Dante non è enciclopedico; non è universale; è estremamente personale. Ma, secondo me, questo è esattamente ciò che il lettore avrebbe dovuto indovinare.

Ed ecco una delizia e una domanda. Inizierò con una domanda. Chi ha tradito Dante? In verità, in fondo, incontreremo solo noi stessi: ognuno è il suo Satana.