Calvino non fu solo un grande scrittore, ma lavorò alle edizioni Einaudi e contribuì a lanciare più di qualche “italiano notevole”: ecco, che tra le sue scoperte, Mario Rigoni Stern venne definito da Calvino come uno dei più grandi scrittori italiani.

Lui, a torto, non si considerò mai un grande scrittore; infatti, scriveva le seguenti parole: “Il momento culminante della mia vita non è stato quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita…”.

Rigoni Stern, infatti, partecipò come volontario alla Seconda guerra mondiale, ma l’esperienza bellica e la campagna di Russia in particolare, contribuirono, oltre che a fornirgli tantissimo materiale per i suoi libri, anche a disilluderlo rispetto alla convinzione con cui era partito.

Nei suoi libri si parla quindi di guerra, freddo, sofferenza, paura, ma anche dell’amore per la caccia, per le montagne (era originario dell’Altipiano di Asiago); descrive con precisione millimetrica la vita nel bosco, le sensazioni dei suoi paesani, le gioie e le delusioni durante la stagione venatoria, …

Cosa leggere di Rigoni Stern?

  • Il sergente nelle neve (vincitore del Premio Viareggio Opera Prima nel 1953 e Premio Bancarellino, nel 1963;
  • Il bosco degli urogalli, raccolta di racconti, fortemente voluta da Italo Calvino;
  • Ritorno sul Don;
  • Il libro degli animali;
  • Uomini, boschi e api;
  • Sentieri sotto la neve;
  • L’ultima partita a carte.

Solo per citarne alcuni, ma ve ne sarebbero veramente tanti.